Esplorando il relitto della Haven

Immersione tecnica al relitto della Haven del nostro vicepresidente Marco Pizzirani. 7 Agosto 2015

Queste le sue impressioni:

Ho voluto condividere questo video fatto anni fa per “arricchire” le bellissime immagini già pubblicate sul nostro sito con qualcosa di particolare.

Premetto che non si è trattato di un’ immersione “tecnica” (sono sceso con 18 litri di semplice aria) anche se dalle immagini si nota un “compagno di gita” che era invece equipaggiato con miscela trimix.

Sicuramente un’immersione delicata da non prendere assolutamente come una normale immersione al Parco di Portofino anche se profonda.

Il filmato l’ho girato alla seconda immersione sul relitto nel giro di 15 giorni: una serie di circostanze favorevoli mi hanno facilitato l’immersione. È stata la mia quinta volta: mi sentivo molto tranquillo per riuscire a gestire un immersione facendo delle riprese (GoPro 3 Black edition).

Colgo l’occasione per ringraziare l’amico e compagno di apnea Giacomo Gualtieri, guida Fipsas.

Facendo la discesa “in aria” abbiamo deciso di non scendere oltre i -45 metri per limitare i tempi di decompressione: il “tuffo” è durato circa 20 minuti mentre la decompressione poco meno di 30 minuti.

Sicuramente, per chi non è mai sceso sulla Haven, è un’esperienza forte: confesso che un paio di volte mi sono trovato in difficoltà: la prima volta in assoluto ho patito un blocco inverso in risalita (maschera piena di sangue) la seconda volta (terza volta che scendevo) consumo eccessivo di aria (eravamo scesi a -54 metri… da NON fare!) . Bisogna arrivare preparati per questa immersione: attrezzatura e fisico al top, no raffreddore, no mal di testa… e una buona dose di immersioni “profonde” (ovvero -40 metri) fatte recentemente… mi raccomando!

 

Buon blu

marco

Sollecitato dalla nostra curiosità, Marco ci ha spiegato cosa sia il “blocco inverso”:

in sostanza l’immersione era “filata liscia”…in fase di risalita ho iniziato a sentire un dolore alla fronte (tipo sinusite)….era catarro/aria che non riusciva ad uscire dal naso e che ha iniziato a “trovare una strada alternativa”….in pratica la pressione lo aveva compresso….poi risalendo la pressione è diminuita (e nel frattempo il muco era aumentato) facendo espandere la massa di muco/aria/sangue sul fronte nasale…
mi sono accorto del sangue nella maschera perché ho sentito un “soffio” nell’occhio sinistro….il muco stava uscendo da lì!!!! Ho risolto fermandomi e scendendo su è giù per far diminuire il dolore….poi quando mi sono accorto che il muco stava uscendo ho ripreso la risalita.
In rete ho trovato questa definizione “tecnica” del DAN:

Durante la risalita, se l’aria che si espande non riesce ad uscire (blocco inverso), il volume di gas nella cavità aumenta, con maggior dolore e disagio. Se lo stress nell’orecchio medio diventa troppo grande (non si riesce a compensare o si forza la manovra di compensazione), si possono causare danni all’orecchio medio e interno (udito e senso di equilibrio), con rischio di danni permanenti.

Protocollo attività subacquee

Dal sito istituzionale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti riportiamo le norme che ci riguardano.

Gommone Sub
Gommone Sub

GESTIONE DEI CENTRI DIVING E DELLE ATTIVITÀ SUBACQUEE SPORTIVE-RICREATIVE

  • fortemente raccomandata la dotazione di appositi sistemi informatici per le iscrizioni on-line ai corsi nonché per la prenotazione delle uscite e partecipazione alle immersioni
  • all’interno dei locali valgono le regole generali sull’igiene e profilassi nonché quelle sulle misure di distanziamento sociale e sugli accessi contingentati
  • screening delle condizioni di salute e della temperatura per gli utenti del Centro e accesso vietato in caso di temperatura superiore a 37,5° o sintomi riconducibili alle patologie afferenti l’epidemia in atto; ogni utente dovrà compilare apposita autocertificazione sull’assenza di tali sintomatologie, nonché la dichiarazione di non essere stato a contatto stretto con soggetti in situazione di contagio nota
  • adeguata informazione agli utenti sulle misure di prevenzione adottate, il distanziamento sociale e la sistematica sanificazione dei locali
  • è preferibile che ogni partecipante alle immersioni utilizzi la propria attrezzatura che i responsabili del Centro Diving o gli istruttori dovranno verificare oltre a dover garantire l’adozione di opportune precauzioni per evitare il contatto diretto con le attrezzature e la loro possibile contaminazione. Gli utenti sprovvisti dell’attrezzatura, potranno noleggiarla presso il Centro purché preventivamente sanificata. Il centro dovrà adeguare l’organizzazione delle uscite in funzione di questo e limitare, se necessario, il numero di immersioni quotidiane
  • l’attrezzatura, sanificata e non, andrà custodita in spazi dedicati e distinti e dovrà essere opportunamente “segregata” in involucri chiusi, una volta sanificata.

Misure da adottare su barche e gommoni da immersione

  • a bordo, distanza sociale di almeno 1 metro tra le persone, utilizzo generalizzato di guanti e mascherine e sistemi di igienizzazione delle mani
  • posti a sedere assegnati e spostamenti a bordo consentiti solo per motivi di assoluta necessità e nel rispetto delle misure minime di distanziamento sociale
  • inibito l’uso di contenitori d’acqua comuni per il risciacquo delle maschere che dovrà essere assicurato dal responsabile del Centro diving con misure alternative per evitare la contaminazione delle attrezzature
  • sistemi di controllo di sicurezza pre-immersione alternativi al cosiddetto “Buddy Check”, ossia al “controllo del compagno d’immersione” e procedure alternative alla condivisione di gas in caso di emergenza, quale ad esempio l’utilizzo di una o più fonti d’aria alternative, in funzione del numero dei partecipanti all’immersione, correttamente igienizzata e sanificata prima dell’immersione
  • procedure di igiene e DPI per la gestione della ricarica delle bombole e/o dei rebreather
  • dispositivi per evitare il contatto diretto in caso di primo soccorso o manovre di rianimazione
  • procedure operative e piani di emergenza aggiornati a cura del responsabile del Centro diving

LINEE GUIDA SUL SERVIZIO DEGLI ASSISTENTI BAGNANTI

  • rispetto delle regole generali di prevenzione, igiene e profilassi
  • in qualità di “operatori di primo soccorso”, sottoposizione preventiva (prima dell’assunzione in servizio) e periodica obbligatoria al test di controllo della positività al CoVid-19 (tampone o test sierologico) per tutti gli assistenti bagnanti
  • ogni assistente bagnanti deve essere informato sui rischi di esposizione al contagio e l’uso di apposite attrezzature che ne riducano il rischio in caso di manovre di primo soccorso e rianimazione
  • necessarie dotazioni di sicurezza, individuali e personali, e di primo soccorso con dispositivi anticontagio
  • sanificazione quotidiana delle postazioni di salvataggio e delle relative dotazioni e attrezzature a cura del datore di lavoro

Protocollo per lo svolgimento delle attività subacquee professionali nel rispetto delle misure anti contagio Covid-19 (versione aggiornata al 29/04/2020)

[pdf-embedder url=”https://www.asdposidoniasub.it/wp-content/uploads/2020/05/PROTOCOLLO-COVID-DEFINITIVO-1.pdf” title=”PROTOCOLLO COVID DEFINITIVO”]

Scarica il PDF.

COVID-19 e immersioni

Covid-19 e immersioni

Immersione
Sicurezza sott’acqua

Il mondo è soggetto agli effetti di covid-19 e sta aspettando una via d’uscita dalla pandemia. Molte persone soffriranno (più o meno) di postumi della malattia. Ma quali saranno gli effetti di covid-19 e delle immersioni?

Cosa dovremo fare quando è il momento del contenimento e possiamo riprendere la nostra attività preferita?

Questo è il tema su cui la Società belga di medicina iperbarica e subacquea ha lavorato.

Le raccomandazioni sono state formulate il 10 aprile 2020 con le conoscenze scientifiche / mediche disponibili in quel momento. È probabile che vengano modificati alla luce dell’evoluzione della conoscenza e delle scoperte su covid-19.

Promemoria

Mentre covid-19 può essere quasi asintomatico, può anche portare a gravi danni ai polmoni e al cuore. Due organi che devono essere in perfette condizioni di lavoro per la nostra attività subacquea. Dovremo stare molto attenti prima di riprendere l’attività.

Riprendi l’immersione dopo il contenimento

  • Per le persone che sono state colpite da covid-19: attendere un periodo da 1 a 3 mesi prima dell’immersione (è lungo, ma è la tua salute e quella degli altri) a seconda della gravità dei sintomi. Idealmente, dovranno essere esaminati ulteriormente, soprattutto per quanto riguarda la loro capacità polmonare.
  • I subacquei che non sono stati contaminati devono anche attendere un certo periodo di tempo prima di immergersi nuovamente, poiché non avranno sviluppato l’immunità e potrebbero quindi essere contaminati da altri.
  • L’attrezzatura per l’immersione, se sostituita, prestata e / o noleggiata, deve essere accuratamente disinfettata.

Covid-19 e immersioni: fai attenzione quando ricomincia!

Il rischio di sovrappressione polmonare , insufficienza cardiaca e / o DCS è aumentato per le persone che sono state ricoverate in ospedale per motivi polmonari o cardiaci correlati a covid-19. Le persone che sono state malate dovrebbero idealmente sottoporsi a un test di funzionalità polmonare completo dopo 3 mesi dalla fine dell’infezione.

Puoi trovare la serie completa di raccomandazioni: PROTOCOLLO COVID DEFINITIVO

Nota del redattore : alcuni di noi saranno stati inconsapevolmente contaminati da covid-19. A questo punto non sappiamo se questo avrà un impatto sulla nostra capacità polmonare. I dati su questo virus cambiano di giorno in giorno. Il consiglio di essere pazienti prima di immergersi di nuovo è sicuramente il miglior consiglio. È anche importante condividere i tuoi dubbi e le tue paure con il tuo medico e discutere con lui se sono necessari ulteriori test.

Nel frattempo, finché non possiamo riprendere la nostra attività subacquea con piacere e in totale sicurezza, anche se è lunga, cerchiamo di essere il più pazienti possibile e … stare a casa.
La felicità di essere sott’acqua migliorerà.

Squali che camminano sul fondo del mare

Quattro nuove specie di squali tropicali che usano le pinne per camminare stanno suscitando scalpore nelle acque al largo dell’Australia settentrionale e della Nuova Guinea.

Squalo che cammina
Squalo che cammina

Mentre ciò potrebbe spaventare alcune persone, i ricercatori dell’Università del Queensland affermano che le uniche creature con motivo di preoccupazione sono i piccoli pesci e gli invertebrati.

Gli squali ambulanti sono stati descritti nel corso di uno studio di 12 anni del Conservation International, il CSIRO, il Museo di storia naturale della Florida, l’Istituto indonesiano di scienze e il Ministero indonesiano degli affari marittimi e della pesca.

La dott.ssa Christine Dudgeon della UQ ha affermato che gli squali sono i predatori principali sulle scogliere durante le basse maree e riescono ad  usare le pinne per camminare in acque molto poco profonde.

“In media lunghi meno di un metro, gli squali ambulanti non rappresentano una minaccia per le persone, ma la loro capacità di resistere a bassi livelli di ossigeno e camminare sulle pinne offre loro un notevole vantaggio rispetto alle loro prede di piccoli crostacei e molluschi”, ha affermato il dott. Dudgeon.

Il dottor Dudgeon afferma che vivono nelle acque costiere intorno all’Australia settentrionale e nell’isola della Nuova Guinea e di occupare una propria regione separata.

“Abbiamo stimato la connessione tra le specie sulla base di confronti tra il loro DNA mitocondriale che viene trasmesso attraverso il lignaggio materno. Questo DNA codifica per i mitocondri che sono le parti delle cellule che trasformano l’ossigeno e i nutrienti dal cibo in energia per le cellule “, ha detto il dott. Dudgeon.

Hemiscyllium galei cammina di notte su una scogliera (credito Mark Erdmann)

Walking Sharks from The University of Queensland on Vimeo.

“Crediamo che ci siano ancora altre specie di squali ambulanti che aspettano di essere scoperte.”

Il dottor Dudgeon ha affermato che le ricerche future aiuteranno i ricercatori a capire meglio perché la regione ha ospitato la più grande biodiversità marina del pianeta.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Marine and Freshwater Research del CSIRO (https://doi.org/10.1071/MF19163).

Media: Dr Christine Dudgeon, c.dudgeon@uq.edu.au, Faculty of Medicine Communications, med.media@uq.edu.au, +61 7 3365 5133, +61 436 368 746.

Incontri in Blu. Storie di mare

Dal 30 gennaio, 8 appuntamenti per il pubblico con 9 personalità di rilievo nazionale e internazionale del mondo dello sport, dello shipping e della nautica.


I personaggi blu sono donne e uomini fuori dell’ordinario legati al mare. Atleti che compiono grandi imprese, sportivi che prendono parte a importanti competizioni, imprenditori che si misurano con le onde e con il vento oltre che con il mercato, uomini di cultura che sul blu affinano il loro pensiero. Persone che credono e si battono per la salvaguardia dei mari. E gli Incontri in Blu sono il palco sul quale si raccontano.

La seconda edizione della rassegna, che segue il successo riscosso dall’edizione 2019, prevede rispetto al cartellone del debutto un numero maggiore di incontri – otto con nove ospiti -, in programma ogni ultimo giovedì del mese (salvo alcune eccezioni) alle 18 presso l’auditorium del Galata Museo del Mare e una platea ancora più ampia di sostenitori. Tutti gli incontri, della durata di un’ora circa, sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti. Al pubblico partecipante è riservata la possibilità di acquistare un biglietto speciale “Incontri in blu” per tornare a visitare il più grande museo marittimo del Mediterraneo.

Il via a questa nuova “avventura” ci sarà giovedì 30 gennaio con Chris Bertish. Sudafricano, velista, surfista di grandi onde ha vinto nel 2010 il Mavericks Big Wave Invitational, una competizione che si tiene ogni inverno nell’omonimo spot, al largo della costa Nord della California e alla quale si accede soltanto su invito e nel 2017 ha portato a termine un’impresa incredibile: ha attraversato, primo uomo a farlo, l’Atlantico in SUP (stand-up-paddleboard), 4049 miglia nautiche, oltre 7500 km in 93 giorni dal Marocco ad Antigua, in solitaria e senza alcun supporto e assistenza, tra tempeste, avarie e squali. Un’impresa che gli è servita anche a raccogliere fondi per tre progetti di beneficienza.

Giovedì 27 febbraio sarà la volta di un altro fenomeno, Daniele Cassioli, il più forte sciatore nautico paraolimpico di tutti i tempi. Cieco dalla nascita, Daniele ha vinto ad oggi ho vinto 25 titoli mondiali, 25 europei e 39 italiani, gareggiando in ogni specialità: slalom, figure e salto, delle quali detiene i record del mondo rispettivamente di 5,5/12/58K/H, 2240 punti e 21,10mt. E’ stato anche l’unico atleta europeo paralimpico ad aver partecipato agli USA Masters Water Ski & Wakeboard Tournament in Georgia nel maggio 2019, il più prestigioso torneo di sport acquatici al mondo. E’ inoltre impegnato con Sestero Onlus in diverse iniziative dedicate ai piccoli non vedenti.

A marzo, giovedì 26, il personaggio blu sarà Laura Dekker, l’olandese-tedesco-neozelandese che otto anni fa, a soli 16 anni – la più giovane della storia – ha portato a termine il giro del mondo a vela in solitaria, un viaggio di oltre 27 mila miglia nautiche dall’agosto 2010 al gennaio 2012, con Guppy, un’imbarcazione di 11,40 metri. Un record non riconosciuto per non incoraggiare imprese di questo tipo: il suo, infatti, era stato un caso eclatante, seguito dai media di tutto il globo dopo che un tribunale olandese l’aveva fermata nel 2009, quando aveva 14 anni, impedendole di salpare perché ritenuta troppo giovane.

Aprile sarà ancora vela. Venerdì 17, in concomitanza con la Hempel World Cup Series, i Mondiali delle classi olimpiche ospitati dalle acque genovesi, salirà sul palco Paul Cayard, uno dei nomi più conosciuti nel panorama velico mondiale. Lo ricordiamo come skipper del Moro di Venezia nell’Americas’ Cup 1992, quando vinse la Louis Vuitton Cup, ma il suo palmarès vanta sette titoli iridati, due Olimpiadi (nel 1984 e nel 2000, a 40 anni, nella classe Star); sette partecipazioni in totale all’America’s Cup, due al giro del mondo per team a tappe oggi ribatezzato Ocean Race, con una vittoria nel 1997/98 e un secondo posto nel 2005/06, la nomina di Rolex Yachtsmen of the Year 1998 e nello stesso anno l’ingresso nella US Sailing Hall of Fame. Oggi Cayard è inoltre impegnato nella lotta per la salvaguardia dei mari come ambassador di One Ocean Foundation.

Si prosegue giovedì 14 maggio con Alessandra Grimaldi, figlia dello scomparso Aldo, che fu decano degli armatori italiani. Alessandra è consigliere d’amministrazione della Grimaldi Holding Spa, società cui fanno capo tutte le partecipazioni finanziarie e industriali della famiglia, tra cui una flotta di traghetti passeggeri e merci ed è una delle poche donne espressione dello Shipping italiano, quale vicepresidente della Commissione Corto raggio di Confitarma, l’associazione di categoria.

Sempre a maggio, giovedì 28, un’altra grande avventura, con Ben Lecomte. Francese trapiantato in Texas, Ben è un nuotatore di lunghe distanze che nel 1998 ha attraversato a nuoto l’Atlantico, dal Massachussets alla Francia, con tappa alle Azzorre, 3229 miglia nautiche, quasi 6 mila chilometri in 73 giorni con l’appoggio di una barca e difeso da un campo elettromagnetico per tenere distanti gli squali. Lo scorso anno ha attraversato il Pacific Trash Vortex, la cosiddetta “Isola di plastica” del Pacifico, assistito da un team di appoggio e monitorato dalla Nasa, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inquinamento da plastica dei mari.

Dopo la pausa estiva, gli Incontri in Blu proseguiranno con Tullio Abbate, giovedì 17 settembre, in concomitanza con la giornata inaugurale del 60° Salone internazionale nautico di Genova. Abbate è una firma della nautica e della motonautica, pilota pluricampione europeo e iridato e costruttore di barche veloci che sono un concentrato di alta tecnologia, design italiano, amore per la tradizione e velocità. Dal 1969 ha varato circa 8500 barche e ha fatto correre sui mari i campioni della Formula 1 come Schumacher, Piquet, Villeneuve, Rosberg, Prost, Pironi, Jckx, Senna, Giacomelli; sportivi come Agostini, Maradona, Vialli, Mancini, Casiraghi, De Nora e divi come Stallone e Madonna.

A chiudere la rassegna, giovedì 29 ottobre, la novità di un duello. Bonario, naturalmente. Lo scrittore-marinaio, Simone Perotti, autore di libri di successo e ideatore della missione nautica culturale e scientifica Progetto Mediterranea, che ha solcato a vela oltre 20 mila miglia in sei anni tra Mediterraneo e altri mari e che si è conclusa lo scorso ottobre a Genova, si confronterà con l’astro emergente della vela oceanica italiana Ambrogio Beccaria, il recente vincitore della Mini Transat, la transatlantica in solitaria con Geomag, una barca di 6,5 metri, unico italiano finora ad avercela fatta. Due diversi volti del navigare (“Le regate mi annoiano”, scrive Perotti nel suo ultimo lavoro), un’unica passione per il mare.

Vincitori del concorso fotografico Ocean Art 2019

Annunciati i vincitori di Ocean Art 2019!

Le foto vincitrici di Ocean Art 2019 sono tra le migliori fotografie subacquee al mondo

Annunciati i vincitori dell’ottava edizione del concorso fotografico subacqueo Ocean Art

Ocean Art Contest annuncia le migliori foto subacquee dell’anno

Culver City, California – 13 gennaio 2020

Il prestigioso Concorso fotografico subacqueo Ocean Art, organizzato dalla Underwater Photography Guide, ha annunciato i suoi vincitori per il 2019. L’ottava competizione annuale ha attirato un calibro estremamente alto di foto dagli oceani di tutto il mondo. Queste foto mostrano le migliori fotografie subacquee dell’anno. Il 2019 è stato uno degli anni più competitivi fino ad oggi. Le nostre due nuove categorie, la conservazione e le immersioni in acque scure, hanno avuto una risposta schiacciante di foto incredibili ed erano due dei momenti salienti della competizione.

Le foto vincitrici sono disponibili nella Guida alla fotografia subacquea all’indirizzo:

https://www.uwphotographyguide.com/ocean-art-contest-winners-2019

The Best of Show è una foto straziante di una foca mangia-granchi che si muove rapidamente attraverso le acque gelide sotto il ghiaccio antartico di Greg Lecoeur. La vincitrice del Rising Star Photographer Award, e la seconda classificata del Best of Show, è stata Julie Casey con una foto strabiliante di 6 giovani cavallucci marini. Altri straordinari vincitori includono drammatici comportamenti degli animali, splendidi ritratti di vita marina, scene di conservazione strazianti ed edificanti, strane e meravigliose creature di acque scure, avventure oceaniche e molte, molte foto che mostrano la potente bellezza che si trova nel nostro pianeta sottomarino. I giudici hanno valutato migliaia di voci provenienti da 78 paesi prima di selezionare il set finale di immagini come vincitori di Ocean Art.

La qualità delle immagini presentate quest’anno è stata eccezionale, il che rende molto difficile giudicare e dimostrare che le immagini vincenti sono tra le migliori al mondo. Scott Gietler, proprietario di Bluewater Photo and Travel ed editore della Guida alla fotografia subacquea, ha commentato: “Continuo a essere stupito dalle meravigliose immagini che i fotografi subacquei di oggi stanno producendo. Le due nuove categorie, Conservation e Blackwater, erano vere categorie straordinarie. Soprattutto la categoria Conservazione: le immagini vincenti producono forti emozioni e influenzeranno una nuova generazione di conservazione degli oceani. “

Permesso giornaliero Area Marina Protetta

Abbiamo chiesto chiarimenti riguardo alla possibilità di effettuare una immersione senza possedere il permesso annuale. Ecco la risposta della Segreteria dell’Area Marina Protetta di Portofino.

Buongiorno,

è possibile, pagando 25 euro tramite bonifico, aggiungere ai sub tesserati una persona brevettata che fa un’immersione sola o comunque non ha intenzione di fare un abbonamento annuale.

A noi dovrà mandare una mail con nome cognome e numero di brevetto della persona, la copia del bonifico e dovrà portare  il tutto in allegato alla sua “Comunicazione uscita giornaliera”.

Cordiali saluti.

Antonella Minaglia

Ricevuta del bonifico di € 25,00 intestato al Consorzio di Gestione dell’AMP del Promontorio di Portofino – presso Servizio Tesoreria, Banca Popolare di Sondrio – Agenzia di S. Margherita Ligure – IBAN: IT 43 A 05696 32180 000020003X72 specificando la seguente causale:
“subacquea ricreativa non residenti autorizzazione giornaliera, nome e cognome del soggetto da autorizzare”.

Inviare la mail a: Area Marina Protetta di Portofino info@portofinoamp.it

Immersioni subacquee: ecco cosa si rischia se si risale troppo velocemente

Immerioni subacquee, cosa si rischia
Immersioni subacquee, cosa si rischia

Il Direttore del Centro Iperbarico di Ravenna spiega a cosa si può andare incontro se si passa bruscamente da un ambiente a pressione alta a uno a pressione bassa

L’immersione è un’attività ricreativa sicura e benefica per il fisico e la mente. Gli incidenti sono rari e l’attività con autorespiratore è più sicura di quella in apnea, dove il subacqueo non ha alcuno strumento che può aiutarlo a rispettare i propri limiti nel consumo dell’ossigeno (con il rischio di perdita di coscienza e sindrome da sommersione). Uno dei rischi è la patologia da decompressione (PDD), una malattia infiammatoria scatenata dal rapido passaggio da un ambiente a pressione alta a uno a pressione bassa. L’azoto, un gas naturalmente disciolto nei tessuti, si libera innescando la generazione di bolle che irritano l’endotelio, la parete interna dei vasi sanguigni. In risposta a questa irritazione, l’endotelio rilascia una «polvere» cellulare (in inglese cell dust, composta da citochine) che induce i globuli bianchi ad assumere una forma simile a quella di un polipo. A causa di questo cambiamento, i globuli bianchi si attaccano ai vasi sanguigni, ne lacerano la parete e passano nei tessuti causando infiammazione.

Quali sono le cause?

Questa patologia si riscontra nei subacquei che, durante l’immersione, risalgono in superficie senza consentire il graduale smaltimento dell’azoto. Di recente è stata riconosciuta una predisposizione genetica a sviluppare la patologia da decompressione che può essere valutata tramite un semplice prelievo di sangue.

Come si manifesta?

In generale tutti i disturbi che insorgono dopo la risalita sono da attribuire alla patologia da decompressione. La gravità dipende dal tipo di tessuto infiammato. Spesso si tratta di sintomi minori, come prurito e sensazione di stanchezza. Talvolta il danno è più grave: vertigini, gonfiore degli arti, problemi a deambulare, paralisi temporanea. Quando il danno è traumatico, con rottura del tessuto polmonare, si parla di embolia gassosa arteriosa (EGA).

Come si cura?

Tutte le forme di patologia da decompressione necessitano all’inizio di due interventi: bere acqua per diluire le particelle infiammatorie e respirare ossigeno in modo da bloccare i globuli bianchi. Nei casi minori la patologia da decompressione si risolve completamente entro 30 minuti. Nelle forme gravi, invece, bisogna attivare il 118 per raggiungere l’ospedale dove poi si verrà indirizzati verso il più vicino centro iperbarico. La camera iperbarica è in grado di risolvere la patologia anche grave. In alcuni casi può rendersi necessario un percorso di riabilitazione.

Si può fare prevenzione?

Per praticare l’immersione è necessario acquisire un brevetto. Nel corso della formazione gli aspiranti subacquei verranno istruiti sui tempi di risalita: in generale bisognerebbe risalire 10 metri al minuto e fare una breve sosta di sicurezza (che può durare dai quattro ai cinque minuti) a 5 metri dalla superficie dell’acqua. È fortemente raccomandata una visita effettuata da un dottore che conosca la medicina subacquea. Infine, bisogna assicurarsi di utilizzare l’attrezzatura appropriata.

a cura di Pasquale Longobardi, Direttore Sanitario del Centro Iperbarico di Ravenna