La nostra sede

UN PO’DI STORIA:

Il 9 febbraio 1941, Genova è minacciata dalla flotta navale inglese formata da un incrociatore da battaglia, da un incrociatore leggero, da una nave da battaglia, da sette cacciatorpediniere e da una portaerei. Alle 8.14 di mattina le navi da 19 km aprono il fuoco sulla città, un centinaio di colpi centrano l’abitato. A causa dell’inefficienza dei calibri a quelle distanze, la batteria costiera Mameli, il Treno armato n°5 di stanza a Voltri e i due pontoni del porto rispondono senza riuscire a difendere la città. Questa incursione navale mette in luce le carenze del sistema difensivo costiero, e soprattutto la mancanza di artiglierie di grosso calibro, così nel 1942 vengono scelte due località, una ad est ed una ad ovest della città. Furono scelte Arenzano a ovest e sull’altura di monte Moro nel quartiere Quinto al mare nacque così il sistema difensivo denominato il “Vallo di Genova”. Il complesso delle batterie di Monte Moro fu edificato a partire dal 1942 ca. si sviluppava dalla sommità della collina sino al mare. La postazione 209 era costituita da due bunker gemelli posizionati ai lati dell’ex tiro al piccione. Armata con due cannoni, poteva contare anche su armi automatiche di diverso calibro posizionate sul campo del tiro al piccione e di un mortaio. Il controllo della strada carrabile era garantito sul fronte a ponente da un ulteriore protezione, ubicata su via Gianelli, costituita da un Tobruk dotato di arma automatica. Nel piazzale antistante la struttura del “Tiro al Piccione” era ubicata l’uscita del complesso di cunicoli sotterranei che si sviluppa al di sotto della chiesa di S. Erasmo. Questi cunicoli avevano una duplice funzione: di rifugio per i soldati e di magazzino per le munizioni. Sul fronte a levante, invece, la strada era sbarrata da un muro in cemento costruito fra via Oberdan e via Gazzolo. Su di un video dell’. istituto Luce   che mostra le fasi del cannoneggiamento di questo muro da parte di un carro armato statunitense. La distruzione e il superamento di questo varco, rappresentò a tutti gli effetti l’ingresso delle truppe alleate a Genova. Per   chi fosse interessato ad ulteriori approfondimenti e all’effettuazione del giro dei sentieri dei bunker e delle batterie del monte Moro è stato creato un apposito sito: www.progettomontemoro.it

Vecchia foto
Il Bunker all’inizio dei lavori
Com’è ora.

La TRASFORMAZIONE:

descritta dall’attuale Presidente Marco Emanuele

Nel lontano 1998, dietro consiglio di amici dell’USMI, chiedemmo la concessione della nostra attuale sede sociale. I Soci fondatori si fecero carico delle spese e di tantissima fatica per ripristinare la forma originale della struttura. Chiaramente non tutti i Soci dell’allora Posidonia furono partecipi alla nostra iniziativa. I soci fondatori iniziali furono: Ferruccio, Marco Emanuele, Gianni, Rosario, Anna, Silvio, Paolo, Alan, Max, poi con il tempo cominciarono le defezioni di fronte alla fatica fisica e all’impegno. A breve si ritirò Paolo il “frigorista”, lasciando il posto ad un ottimo Marco Pizzirani. Sparito poi Alan e successivamente Silvio i rimanenti proseguirono dando prova anche di un po’ di masochismo, ma senza la loro tenacia non avremmo quello che abbiamo ora! Si calcola che portammo circa 80 camion di sabbia e cemento e materiale vario. Per circa 5 anni spendemmo solo, lavorando e faticando, senza averne nessun tornaconto. Finalmente poi ci traferimmo dal Ponte Parodi dove eravamo ubicati in precedenza e, facendo di necessità virtù, ci adattammo alla nuova sede, affrontando i mille problemi che risolvemmo piano piano in corso d’opera. Sicuramente la burocrazia non ci aiutò, ma era prendere o lasciare! Anche solo l’acqua necessaria per impastare il cemento e lavarci fu un problema, in quanto non potevamo averla direttamente dall’AMGA causa difficoltà di locazione della bocchetta sita all’altro capo della strada e sarebbe costato troppo effettuare uno scavo in mezzo alla via. Dovemmo allacciare la corrente trifase per alimentare il compressore necessario a caricare le bombole. Finalmente dopo la posa della terrazza a semicerchio sul mare e l’attuale scala d’accesso al Circolo abbiamo cominciato a godere dei frutti di tanto lavoro definito da amici: titanico. Poi si presentò il grosso problema dei servizi igienici, credetemi non fu una cosa semplice… dopo tanti tentativi con water ecologici, ecc. ecc. stipulammo finalmente un accordo con la Confraternita che, conoscendoci, ci diede l’accesso ai loro servizi igienici. Passiamo al presente: soddisfatti e con molto orgoglio pensavamo di poterci crogiolare nel nostro piccolo paradiso quando, di punto in bianco, nel 2023, senza minimamente interpellarci, ci hanno riempito il nostro piccolo e meraviglioso golfetto con tonnellate di pietre, adducendo la scusa di rinforzare il litorale, invariato da secoli, che non aveva mai presentato alcun problema. A questo punto, dopo innumerevoli battaglie legali e insistendo in modo diplomatico, siamo riusciti a farci aprire dagli organi competenti un piccolo varco che oggi ci permette di arrivare alla battigia ed effettuare nuovamente corsi didattici rivolti a chi volesse iniziare l’esplorazione del bellissimo mondo sommerso. Fortunatamente adesso, con questo accesso al mare, possiamo attraccare il gommone e consentire ai soci brevettati di effettuare le immersioni nei vari siti lontani da riva.

La ristrutturazione:

 

La costruzione del magazzino attrezzature:

 


Com’è Oggi: